La prima volta della squadra azerbaigiana nella fase a gironi della massima competizione per club europei di calcio e la doppia sfida con la squadra della capitale italiana.
Il Qarabağ appartiene alla città di Agdam, dal 1993 sotto occupazione militare da parte delle forze armate dell’Armenia. Agdam è chiamata la “città fantasma” o “Hirosima del Caucaso” poiché è stata distrutta completamente dall’esercito dell’Armenia durante l’occupazione militare e la sua popolazione è stata costretta a spostarsi lasciandosi alle spalle solo macerie.
Il conflitto inoltre ha privato la squadra di alcuni dei suoi uomini migliori. L’allora allenatore Allahverdi Bagirov (precedentemente giocatore) ha lasciato il club per combattere a difesa della città di Agdam. È morto in guerra, oggi è un eroe nazionale: a lui è dedicato uno striscione sempre presente sugli spalti della Azersun Arena, la casa del Qarabağ a Baku, capitale dell’Azerbaigian.
Però l’anima della squadra del Qarabağ è rimasta intatta e soprattutto negli ultimi tre anni sono arrivati i primi trionfi in patria: tre titoli consecutivi, poi un assaggio di Europa League, con tre partecipazioni nella fase a gironi e finalmente il grande salto in Champions.
Al suo ritorno in patria dopo la storica qualificazione, la squadra fu ricevuta dal Presidente Ilham Aliyev. Nella fase a gironi della Champions League, il Qarabağ ha incontrato il Chelsea, l’Atletico Madrid e la Roma.
Ed è proprio la doppia sfida con la squadra della capitale italiana che abbiamo seguito in maniera particolare, consapevoli che il forte legame di amicizia tra Azerbaigian e Italia, avrebbe dato un particolare significato alla gara calcistica, ben più ampio dell’evento sportivo.
Nel match di andata si era preannunciata una goleada ed invece la Roma si era dovuta accontentare di un modesto 2-1 (risultato finale), comunque prezioso, contro il Qarabağ guidato da Gurban Gurbanov, sul campo del Baku Olympic Stadium.
Stadio, quello della capitale azerbaigiana, tra l’altro scelto per ospitare la finale di UEFA Europa League 2019 – per la quale era in corsa anche il Sanchez Pizjuan di Siviglia, il prossimo 29 maggio 2019.
Gli uomini del coach romano Eusebio Di Francesco, andarono subito sul 2-0 grazie ai gol di Manolas (al 7’ con una deviazione di testa dall’area piccola su tiro-cross di Pellegrini) e di Dzeko (controllo di petto e tiro sotto la traversa da posizione defilata, su passaggio di El Shaarawy). Gli azeri però, spinti dal calore del pubblico di casa, superarono pian piano lo choc e presero le misure, riuscendo ad accorciare al 28’ con Pedro Henrique, lasciato libero di ricevere palla e trafiggere Alisson, su assist di Dino Ndlovu, a sua volta abile a strappare il pallone a Gonalons.
I giallorossi, quindi nella gara di andata tornarono da Baku con un successo in Champions League dopo una lunga astinenza, affermandosi nella gara della 2/a giornata della fase a gironi, ma la squadra azera uscì a testa alta da questo confronto, evitando, ai fini anche della classifica, di far portare a casa agli avversari una maggior differenza reti.
Nella gara di ritorno a Roma (risultato finale 1-0), tenutasi il 5 dicembre 2017 allo Stadio Olimpico, la squadra del mister Di Francesco, faticò moltissimo a trovare la chiave giusta per bucare la difesa azera, nonostante i tanti errori commessi e le occasioni mancate dal Qarabağ. Solamente nel secondo tempo la Roma trovò il vantaggio con Perotti, mandando in rete una conclusione di Dzeko parata da Sehic e nel finale rischiarono anche di subire il pareggio.
Lusinghiere nella conferenza stampa di fine partita, le parole dell’allenatore della Roma, Eusebio Di Francesco: “Anzitutto faccio i miei complimenti al Qarabağ…”, riconoscendo agli avversari valore ed impegno oltre ogni limite.
Sostanzialmente soddisfatto anche Gurban Gurbanov, tecnico del Qarabağ, che dichiarò: ” Abbiamo fatto uno sbaglio e abbiamo subito un gol, ma sono sostanzialmente soddisfatto della squadra. Durante questo percorso in Champions League, potevamo sicuramente fare più punti, ma ovviamente la poca esperienza in questo tipo di competizione della squadra ha fatto la differenza”.
Da evidenziare che nonostante il Qarabağ fosse alla sua prima esperienza nella fase a gironi, ha dimostrato la sua validità pareggiando per due volte con l’Atletico Madrid, una delle squadre più forti, favorendo in questo modo anche la stessa Roma.
Un’ultima citazione per questa storica doppia sfida sportiva, va fatta per i giovani tifosi azerbaigiani del Qarabaь, che a Roma diedero vita sugli spalti (ma anche fuori dal campo), a delle bellissime coreografie, ricche dei colori della propria patria e tra gli applausi del pubblico della capitale.
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